Iran – La resistenza di Khamenei e i semi della Rivoluzione
"Cella n. 14" - Il libro di Sayyed Alì Khamenei, tradotto in italiano da Mario Tilgher Junio
“Cella n. 14” – I semi della Rivoluzione
«Oggi, in un mondo dove l’oppressione della violenza di potenze arroganti e del regime sionista vengono imposte a gente indifesa, un libro come “Cella n. 14” contiene un messaggio di dimensioni globali non solo per noi iraniani, ma per i popoli desiderosi di libertà e per i combattenti di tutto il mondo. Questo libro ci ricorda che finché la fede e la volontà di resistere restano vive nei cuori, nessuna crudeltà può mettere in ginocchio i popoli. Le lotte del popolo palestinese e di quello libanese, così come i duri giorni di tirannica prigionia dei combattenti della rivoluzione islamica iraniana, ci ricordano che resistere alla tirannia e all’aggressione non è solo un dovere ma un’onorevole scelta», ha dichiarato S.E. Mohammad Reza Sabouri, Ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran a Roma, in occasione della presentazione del libro Cella n. 14 – I semi della Rivoluzione di Sayyed Alì Khamenei.
L’evento si è svolto giovedì 14 novembre 2024 presso la Sala Piloty dell’Hotel Villa Maria Regina a Roma, durante la Giornata Nazionale per la Promozione della Lettura in Iran.
Un’opera nata in prigionia
Il libro, pubblicato il 29 ottobre 2024 dalla Casa Editrice La Vela nella collana Controvento, racconta l’esperienza vissuta da Khamenei durante la sua detenzione nelle prigioni del regime Pahlavi. L’Ambasciatore Sabouri ha espresso orgoglio nel presentare l’opera, ricordando il contesto in cui fu scritta: le terribili condizioni delle carceri iraniane sotto lo scià Mohammad Reza Pahlavi, come la prigione di Evin a Teheran, luogo di sofferenza per molti dissidenti politici.
In una cella di appena un metro e mezzo per lato, ha raccontato Sabouri, Khamenei ha trasformato il confinamento in un’occasione per rafforzare fede, volontà e spirito rivoluzionario.
Questo libro rappresenta un esempio di resistenza all’oppressione che trascende i confini iraniani.
Sabouri ha anche denunciato le ingiustizie globali, soffermandosi sull’oppressione esercitata dal regime sionista in Palestina e Libano e ribadendo che un’opera come ‘Cella n. 14’ contiene un messaggio universale per i popoli oppressi, insegnandoci che la fede e la volontà di resistere possono trionfare anche nelle circostanze più avverse.
Gli interventi degli ospiti
Antonello Sacchetti, giornalista e moderatore dell’incontro, ha aperto la discussione evidenziando il valore letterario del libro, che trascende l’autobiografia, soffermandosi su un capitolo in particolare, dove Khamenei esprime il suo amore per la lingua araba.
Fulvio Grimaldi, celebre giornalista, scrittore e documentarista italiano con l’esperienza dei suoi 90 anni nel reportage internazionale, ha offerto un intervento appassionato. Grimaldi ha descritto l’Iran come un faro di speranza nell’Oriente politico e ha paragonato Khamenei a figure storiche come Nelson Mandela, Patrice Lumumba, Ernesto Che Guevara e Hugo Chavez. «Il nostro problema si chiama Occidente», ha dichiarato, «ma la speranza si chiama Oriente, e l’Iran ne è un protagonista centrale».
Ha poi invitato i presenti a leggere il capitolo “La mia sposa devota”, dove Khamenei descrive la forza morale e la dedizione della moglie, Mansoureh Khojasteh Bagherzadeh, elogiandone la pazienza e il rigore morale.
Mario Tilgher Junio, traduttore dell’opera e studioso di storia delle religioni e filosofia, ha offerto una prospettiva spirituale sull’opera, definendola simile alle agiografie medievali, come Le vite dei Santi di Jacopo da Varagine o Le Confessioni di Sant’Agostino. Ogni parola è attraversata dalla preghiera e dalla contemplazione. Khamenei appare come un uomo d’azione, ma è soprattutto un mistico che medita e rielabora la Scrittura anche nelle situazioni più difficili.
L’intervento di Tilgher ha affascinato il pubblico con riferimenti colti e un’intensa interpretazione della dimensione spirituale del libro, evidenziando l’importanza della preghiera come filtro per ogni azione e pensiero dell’autore.
Infine, Lorenzo Bruno, direttore editoriale di 2duerighe, ha sottolineato la capacità del libro di analizzare l’oppressione con una prospettiva unica, utile anche agli appassionati di intelligence. Ha lodato la forza di Khamenei nell’affrontare la solitudine e la reclusione, trovando luce persino nell’oscurità di una cella.
Presenze illustri e dettagli editoriali
Tra i presenti, spiccavano personalità di rilievo come il Dott. Mohammad Taghi Amini dell’Istituto Culturale dell’Iran a Roma, lo Shaykh Damiano Abbas Di Palma dell’Associazione Islamica Imam Mahdi e membri dell’Ambasciata iraniana, tra cui Parvin Moazami Goudarzi, Responsabile dell’Ufficio Stampa, e Seyed Majid Emami, Responsabile Culturale, accompagnato dalla consorte.
Tra il pubblico, anche giovani come Massimiliano Danna di SOCIT (Socialismo Italiano), di soli 19 anni, hanno partecipato attivamente alla discussione.
Conclusioni
La serata, arricchita da dibattiti, domande e riflessioni, ha messo in luce il valore culturale e spirituale di un testo moderno come Cella n. 14. L’opera rappresenta una finestra sulla resilienza dell’animo umano, offrendo ispirazione per affrontare le ingiustizie.
Il libro, pubblicato con il supporto dell’Istituto di Ricerca Culturale della Rivoluzione Islamica e dell’Associazione Islamica Imam Mahdi, è disponibile contattando imam_mahdi59@yahoo.it o il numero +39 3394968095 (anche via Telegram o WhatsApp).
N.B. Le foto e le elaborazioni fotografiche sono opera di Veronica Paredes