India Diwali 2024 – Celebrazione della Festa della Luce in Italia
Cultura e Spiritualità in India
Anche quest’anno, il Diwali, la più importante festività induista nota come la Festa della Luce, è stata celebrata in tutta Italia grazie all’organizzazione dell’Unione Induista Italiana (U.I.I.), il cui Presidente è l’Avv. Franco di Maria Jayendranatha. È una festa che è stata riconosciuta con una Legge di intesa come la Festa ufficiale degli Induisti in Italia e si celebra anche a livello istituzionale: gli eventi principali si svolgono in città come Roma, Torino, Savona e Milano, l’edizione 2024 si è proposta di promuovere l’unione tra cultura, spiritualità e innovazione. Diwali, con il tema di quest’anno “Conoscenze del Futuro dalle Radici del Passato”, ha invitato i partecipanti a riflettere su come le antiche tradizioni indiane possano continuare a essere rilevanti e fonte di ispirazione in un’epoca caratterizzata dalla tecnologia moderna.
Anche quest’anno, il Diwali, la più importante festività induista nota come la Festa della Luce, è stata celebrata in tutta Italia grazie all’organizzazione dell’Unione Induista Italiana (U.I.I.), il cui Presidente è l’Avv. Franco di Maria Jayendranatha. È una festa che è stata riconosciuta con una Legge di intesa come la Festa ufficiale degli Induisti in Italia e si celebra anche a livello istituzionale: gli eventi principali si svolgono in città come Roma, Torino, Savona e Milano, l’edizione 2024 si è proposta di promuovere l’unione tra cultura, spiritualità e innovazione. Diwali, con il tema di quest’anno “Conoscenze del Futuro dalle Radici del Passato”, ha invitato i partecipanti a riflettere su come le antiche tradizioni indiane possano continuare a essere rilevanti e fonte di ispirazione in un’epoca caratterizzata dalla tecnologia moderna.
Sono stati offerti ai partecipanti spettacoli di danza e musica classica e contemporanea indiana, laboratori e rituali dedicati alla dea Lakshmi, con un programma davvero ricco e interessante. L’organizzazione della Comunità induista italiana è stata davvero impeccabile, per l’accoglienza, per la puntualità con cui si sono svolti gli eventi che hanno quasi spaccato il minuto, per il dono a tutti i partecipanti sia dell’ingresso alle sale e a ogni evento gratuito (solo per partecipare agli spettacoli era obbligatoria la prenotazione allo scopo di evitare che giungesse più gente della capienza dei Teatri), sia di una borsa in tessuto naturale con il disegno di un mandala arancione da un lato, mentre dall’altro lato era riportata questa bellissima frase di Mahatma Gandhi:
«Prendi un raggio
di sole, fallo volare
là dove regna
la notte.
Prendi la speranza
e vivi nella sua
luce».
A Roma, cuore pulsante di Diwali, la manifestazione si è svolta all’Auditorium del Massimo, in Via Massimiliano Massimo 1, dalle 10,00 alle 22,45.
La giornata ha offerto una serie di spettacoli di danza e musica, sessioni di yoga, laboratori di arti tradizionali e momenti spirituali dedicati alla divinità Lakshmi, dea della prosperità e della pace.
Il Vicepresidente dell’Unione Induista Italiana Svamini Hamsananda Ghiri, ha sottolineato: «Diwali è la festività più importante dell’India, simbolo della vittoria della luce sull’oscurità e della conoscenza sull’ignoranza. Questo messaggio di speranza è ormai sentito da milioni di persone nel mondo e, in Italia, rappresenta un’occasione di connessione con la tradizione spirituale indiana e una riflessione su passato, presente e futuro».
Cerchiamo di comprendere meglio l’aspetto rituale del Diwali, che è una delle festività più sacre e importanti dell’India. Derivante dal sanscrito “dīpāvali” (fila di luci), celebra la vittoria della luce sulle tenebre, del bene sul male, e della conoscenza sull’ignoranza. Diwali dura cinque giorni e viene celebrata, tra ottobre e novembre, il giorno di luna nuova del mese lunare di Kartika. Ogni giorno è dedicato a specifici rituali e divinità. Una delle storie più celebri che ispira questa festa è il ritorno del dio Rama nella città di Ayodhya, dopo aver sconfitto il demone Ravana. La città, secondo il mito, accolse il ritorno del suo re con file di lampade accese, simbolo di luce e speranza.
Uno dei momenti più attesi della celebrazione di Diwali è la Puja dedicata a Lakshmi, la dea indù della prosperità e della fortuna. Lakshmi simboleggia la bellezza, la ricchezza materiale e spirituale, e la sua adorazione durante Diwali è vista come un modo per attrarre benedizioni e serenità. Durante la Puja, le case e i templi vengono decorati con lampade, incenso e fiori. Le offerte, i mantra e i canti devozionali (Bhajan) sono parte del rituale, e la preghiera si conclude con l’aspersione di acqua santa. È un momento per invocare abbondanza, pace e felicità, non solo per se stessi, ma per tutta la comunità. La Puja è un atto di gratitudine e un invito affinché la luce di Lakshmi illumini ogni angolo del mondo.
La giornata è iniziata alle 10,00 con una lezione di yoga a cura dell’Associazione Yogananda Ashram di Roma, per offrire un momento di meditazione e connessione spirituale.
A seguire, alle 11,00, la Aayana Dance Company ha tenuto un laboratorio di danza contemporanea indiana, un’occasione per immergersi nella cultura del movimento.
Nel pomeriggio, alle 14,00, il Naadan Pattu Group ha eseguito le danze tradizionali del Kerala, incluso il “Durgavahini”.
Ricordiamo che il Kerala è uno stato nel sud dell’India che vanta una ricca tradizione di danze classiche e popolari che riflettono la cultura e la spiritualità locale. Due delle forme di danza classica più conosciute sono il Kathakali (forma di teatro-danza che combina mimica, musica e danza per raccontare storie della mitologia induista) e il Mohiniyattam (danza morbida e graziosa, spesso associata a temi mitologici e storie romantiche), entrambe con radici profonde nelle tradizioni religiose indiane e nel folklore. Il Durgavahini è una danza dedicata alla Dea Durga, che simboleggia la forza e il potere femminile. Questa danza viene eseguita per venerare Durga, considerata una manifestazione dell’energia cosmica o shakti che sconfigge il male e protegge l’umanità. Durante il Durgavahini, i danzatori esprimono la lotta di Durga contro i demoni e rappresentano la sua forza nel liberare il mondo dalle forze oscure.
Durga è una delle divinità più importanti e venerate nell’induismo. È spesso rappresentata con otto o dieci braccia, che tengono diverse armi simboliche come la spada, il tridente, il disco e l’arco, tutte offertele da varie divinità per sconfiggere il demone Mahishasura. È cavalcata da un leone o una tigre, animali che rappresentano il coraggio e la potenza. I simbolismi chiave sono rappresentati dalle armi multiple, ognuna delle quali simboleggia un attributo divino e la sua capacità di proteggere e distruggere il male; Leone o tigre, l’animale che simbolizza la forza interiore e il controllo sugli istinti, ma anche la potenza di combattere contro forze oscure; vesti rosse, che rappresentano il sangue della vita e la capacità di trasformare, proteggere e rinnovare.
La sala ha ospitato anche il laboratorio di musica indiana alle 16,00, condotto dal flautista Nicolò Melocchi, esperto di bansuri, e un laboratorio di danza Bollywood alle 17,00.
Nella Sala Francesco Saverio alle 12,00, si è tenuta la Puja di Lakshmi, seguita da canti devozionali (Bhajan Carnatici), che hanno trasportato il pubblico in un’atmosfera di spiritualità e serenità.
La Puja di Lakshmi è una cerimonia di preghiera dedicata a Lakshmi, la dea della prosperità, della fortuna e della bellezza nella tradizione induista. Attraverso questa puja, particolarmente celebrata durante Diwali, le famiglie invocano la benedizione di Lakshmi per avere abbondanza, successo e benessere. Gli elementi pricipali sono: pulizia e preparazione, le case vengono pulite a fondo e decorate con luci e rangoli (disegni fatti con polveri colorate), perché si crede che Lakshmi visiti solo luoghi puliti e accoglienti; offerte e rituali, vengono offerti alla dea fiori, incenso, dolci e frutta, insieme a preghiere e canti (mantra) che invocano la sua presenza e benedizione; simbolismo della luce, le lampade a olio (diya) sono accese per simboleggiare la luce della conoscenza e per invitare Lakshmi a portare fortuna e dissipare l’oscurità. Questa puja rappresenta un momento di grande spiritualità e speranza per chi la celebra e sottolineano il valore di Diwali come festa di condivisione e benedizione.
Nella Sala Massimo alle 17,45 gli spettatori hanno potuto prender parte alla cerimonia inaugurale che è stata effettuata con l’accensione della lampada, simbolo dell’inizio della celebrazione, per contrastare il periodo oscuro che tutti stiamo vivendo. Lo spettacolo è iniziato con una invocazione di Pace eseguita da un gruppo di sacerdoti e poi dai giovani, tra cui spiccava un bambino molto piccolo.
Alle 18,00 in punto, il pubblico ha avuto il piacere di assistere allo spettacolo di danza Kuchipudi “Triveni” della Nishrinkala Dance Academy, per la prima volta in Italia.
La Nishrinkala Dance Academy di Hyderabad è stata fondata nel 2008 dalla famosa attrice, danzatrice e coreografa telegu Sandhya Raju. Nasce per la formazione di studenti nell’antica arte del Kuchipudi. Nishrinkala significa “senza vincolo e senza catene” ed è plasmata su ispirazione del coreografo, riformatore e danzatore Padmabhushan Vempati Chinna Satyam. Hanno danzato i due insegnanti Sai Venkata Gangadhar e Laskshmi Vempadappa, ballerini di eccellenza nel mondo artistico indiano emergente.
Lo spettacolo Triveni, letteralmente indica la confluenza dei tre fiumi sacri Gange, Yamunā e Sarasvatī a Prayāga, che si uniscono diventando uno con l’Assoluto. Infatti, sono tre i danzatori che, come tre fiumi, si uniscono nello stile Kuchipudi portando in scena la sacralità della danza. Come i fiumi sacri purificano la mente, il corpo e l’anima, la danza funge da veicolo di messaggi etici, spirituali che ispirano al bene e illuminano i cuori di speranza e bellezza. Triveni vede per la prima assoluta sui palchi del festival Diwali una collaborazione di tre ballerini d’eccellenza, la coppia Sai Venkata Gangadhar e Lakshmi Vempadappa, prima volta in Italia, con Atmananda Talavidya – che ha danzato in altre occasioni a Diwali – uniti per essere luce dell’arte della danza Kuchipudi.
Si vuole porre l’attenzione su Sai Venkata Gangadhar, che, oltre ad aver completato il Master in Performing Arts (MPA) presso la prestigiosa Università di Hyderabad nel 2021, è anche un ginnasta a livello nazionale. Vedere ballare questo giovane offre la sensazione di guardare la danza stessa, perché è dotato di una muscolatura perfetta e riesce a muovere ogni muscolo del corpo con una perfezione assoluta. I movimenti delle sue mani sono di un’eleganza straordinaria e gli occhi e tutto il volto accompagnano i movimenti con un’espressività eccezionale tramettendo gioia e allegria a tutto il pubblico che lo ha ammirato incantato.
Il programma è proseguito con il concerto di musica classica indiana alle 20,30, dove il celebre flautista Rakesh Chaurasia si è esibito insieme a Sanjay Kansa Banik (tabla) e Nicolò Melocchi.
Ricordiamo che Rakesh Chaurasia, è il nipote del famoso maestro di flauto indiano Pt. Hariprasad Chaurasia. Tra i più promettenti musicisti della seconda generazione di flautisti della famiglia Chaurasia, Rakesh si è ritagliato una nicchia come abile e apprezzato flautista. Incorporando la tradizione del suo celebre zio e infondendovi il suo stile personale, ha evoluto uno stile che pur mantenendo la purezza del flauto Bansuri riesce a catturare l’attenzione anche dei giovani ascoltatori. Il punto forte di Rakesh è quello di riuscire a dialogare musicalmente con generi differenti.
Il pubblico ha potuto assistere, infatti, a un duetto davvero straordinario con il Maestro Sanjay Kansa Banik, originario del Bengala ma Romano di adozione, docente di Tabla presso il Dipartimento di Musiche Tradizionali dell’India al Conservatorio di Milano, che vive in Italia da 15 anni e collabora con importanti artisti italiani e internazionali nell’ambito del Jazz e della World Music.
Il fraseggio musicale instauratosi tra i due fuoriclasse che ha raggiunto le più alte vette del Jazz, ha letteralmente portato gli spettatori fuori dal tempo, incollandoli alla performance dei due virtuosi senza volersi distrarre nemmeno per applaudire. Sono stati momenti di illuminazione totale dove questi artisti erano diventati la musica stessa.
Alle 21,45, la Punyah Dance Company ha portato in scena il Bharatanatyam con lo spettacolo “Atah”, una danza classica che rappresenta la fusione tra innovazione e tradizione. Si tratta di un lavoro sperimentale ma tradizionale con Parshwanath Upadhye Adithya PV e, con musica composta da Shri RaghuRam.
Abha è la storia del Ramayana molto familiare a tutti in India con una reinterpretazione e rilettura originale creata da Parshwanath Upadhye utilizzando un linguaggio tipico della danza classica indiana che racconta la storia in modo convincente.
La giornata si è chiusa alle 22,45 con un’esibizione Bollywood “Rang-Raas” che ha raccontato la storia d’amore di Radha e Krishna. La danza Bollywood è una forma moderna di danza che unisce stili popolari e classici, come il Bhangra, il Bharatanatyam, con influenze di danza contemporanea. Ispirata dai film di Bollywood, è una danza colorata e vivace, con coreografie energiche e movimenti che celebrano la gioia e la festa. A Diwali, la Bollywood Dance rappresenta l’espressione di vitalità e inclusività, invitando tutti i partecipanti a unirsi e ballare.
Nella Sala Inferiore, durante la giornata, sono stati allestiti laboratori di lettura animata, racconti dall’India e creazione di lanterne di Diwali per i più piccoli, oltre a un’esposizione sull’Ayurveda curata da Claudio Rucher. Oltre a Roma, le celebrazioni di Diwali anche nelle altre città il Diwali ha offerto spettacoli e rituali per immergersi nella spiritualità e nella cultura indiana.
Credits – https://www.induismo.it/