Le Donne protagoniste alla Mostra BRICS della Casa Russa a Roma
Articolo di – Patrizia Boi
(Assadakah-news)
(La cerimonia del tè in Etiopia, Opera di Kalkiran Abrhm Demse (Ph Lucho Osorio Paez))
C’è stata una grande affluenza di pubblico alla mostra “Russia and BRICS countries in the cultural dimension: THE NEW ART OF THE NEW WORLD” inaugurata venerdì 4 ottobre 2024, alle ore 18.30, presso il Centro Russo di Scienza e Cultura (Casa Russa) da Daria Pushkova, Direttore del Centro, che ha spiegato le finalità di questa importante esposizione che per la prima volta raggruppa opere realizzate da artisti provenienti da tutti i Paesi membri dei BRICS.
L’esposizione è stata realizzata con il patrocinio dell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia, con lo scopo di far conoscere i talenti che ogni paese dei BRICS può regalare al raggruppamento. Le Opere d’arte, dipinti e sculture, sono state selezionate dalle rappresentanze diplomatiche in Italia di Russia, Brasile, Emirati Arabi Uniti, Iran, Egitto, Etiopia, India, Cina e Sudafrica.
Alla formazione del raggruppamento dei BRICS del 2006 i cui membri fondatori erano Brasile, Russia, India e Cina, nel 2011 è stata aggiunta la Repubblica del Sudafrica e successivamente, nel 2024, anche Egitto, Iran, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita ed Etiopia.
Al principio del 2024, il 1° gennaio, la Russia ha assunto la presidenza dei BRICS e nel corso dell’anno, ha organizzato in Russia, ma anche a Johannesburg, Rio de Janeiro, San Paolo, Vienna, Ginevra, New York e in altre città – molti incontri sul tema “Consolidamento del multilateralismo per la sicurezza e un equo sviluppo globale”, che rappresenta il motto della presidenza russa dei BRICS. Sarà dal 22 al 24 ottobre, la capitale della repubblica russa del Tatarstan, Kazàn’, a ospitare il Primo Summit del gruppo a svolgersi in formato allargato, l’atteso “Vertice dei BRICS a Kazan”, un evento di importanza principale durante la presidenza russa.
Ricordiamo che il finissage della mostra è previsto per il 31 ottobre 2024, una data importante per l’inconscio collettivo in quanto tale data dell’anno coincide col Samhain celtico, una celebrazione che festeggiava la fine del vecchio anno, e la nascita del Sole Bambino, così si potrebbero infatti definire anche i BRICS.
Eternal Essence (Pharaonic), opera dell’egizia egiziana Dina Fahmy El Rouby che riproduce la croce ansata (Ph Lucho Osorio Paez)
Al vernissage sono intenvenuti solo 4 degli artisti presenti in Mostra, in particolare per la difficoltà del viaggio, infatti proprio il rappresentante della Russia, l’artista Sergey Sapozhnikov, non è riuscito a giungere a Roma per l’occasione, ma ha inviato tre delle sue magiche installazioni costituite da una sorta di set fotografico che fotografa per catturarne l’atmosfera prima di distruggere queste costruzioni precarie.
L’Egitto si è distinta con ben due artiste che sono intervenute all’inaugurazione, la splendida e raffinata Dina Fahmy El Rouby, convinta che l’arte unisca e avvicini le nazioni e felice di rappresentare l’elemento femminile del suo paese. Le sue tre opere sono immagini di integrazione, rappresentando con la croce ansata Eternal Essence (Pharaonic) – un antico e sacro simbolo egizio che simboleggia la vita – l’Egitto faraonico, con Whispears of faith (Coptic), l’Egitto Cristiano, e con Calligraphic Eloquence (Islamic), l’Egitto Islamico.
Era presente in sala anche un’altra artista egiziana, Dina Rihàn, dell’Accademia delle Belle Arti di Alessandria, autrice di una suggestiva scultura in ceramica senza titolo. Un altro artista non presente con cui si presentava l’Egitto, Adel Moustafa, sempre di Alessandria, esponeva una coloratissima opera policroma.
Per l’Egitto erano anche presentiil Portavoce della comunità Egiziana in Italia e in Europa
Mohamed Youssef Ismail Alì e la Presidente dell’Associazione Italo Egiziana “Eridanus”, Chiara Cavaliere
Non posso soffermarmi a citare tutte le opere dei tre artisti del Brasile, Dante Velloni, Luzia Simons e Rubem Valentium; le prestigiose sculture delle Accademie delle Belle Arti della Cina; le spettacolari opere dell’India denominate Pichwai (grandi immagini devozionali indù dipinte, normalmente su stoffa) e la pittura tribale Warli; e nemmeno le significative opere degli artisti dell’Iran, Ahmad Vakili, Hossein Alì Zabeh e Rezdav Sadegh Zadeh, nonché del giovanissimo Giggs Kgonamotse Kgole presentato dalla Repubblica del Sudafrica.
Mi soffermo un momento su una delle 4 opere degli Emirati Arabi Uniti presentate dall’artista Abdullà Alì AlSubousi, Convergence (2024), significativa simbolicamente in quanto rappresenta un circolo di mani che si intrecciano dietro la raffigurazione delle bandiere dei paesi del BRICS, lo scopo più importante della Mostra in oggetto.
E soprattutto sono stata molto attratta dalle due opere coloratissime della giovane artista Etiope Kalkiran Abrhm Demse, presente in sala con il suo abito tradizionale, perché hanno una connotazione ancestrale che ci connette tutti alle origini.
Nel primo dei quadri riporta una vetrina dei simboli del suo Paese, tra i quali il coloratissimo cestino tradizionale tessuto a mano con erbe locali parzialmente tinte e foglie di palma, intessuto utilizzando pratiche millenarie, che caratterizza l’essenza di ogni abitazione e il gusto artistico di ogni proprietario.
Nella seconda opera ci racconta la suggestiva cerimonia etiope del caffè, una tradizione culturale ricca di significati sociali collettivi, il cui senso rituale profondo favorisce il legame sociale nell’ambito della comunità, ma soprattutto mantiene viva un’usanza attraverso le generazioni. Un messaggio per gli Etiopi, per i popoli dei BRICS ma anche per tutti noi.
Al centro, tra gli Artisti BRICS, il Direttore del Centro Russo di Scienza e Cultura (Casa Russa a Roma) Daria Pushkova
L’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Alexey Paramonov, infatti afferma «la mostra riflette pienamente l’architettura dei meccanismi dei nostri partner, la cosiddetta “cultura BRICS”, che consiste in un sincero interesse reciproco, nel mutuo rispetto, nel desiderio di comprensione e dialogo, nel riconoscimento dell’uguaglianza dei diversi sistemi civici, spirituali, politici e socioeconomici, nel particolare anelito a preservare e sviluppare cultura e tradizione».
Le opere d’arte, raccolte in un’unica esposizione nelle sale della Casa Russa a Roma, sono state realizzate con tecniche diversificate, riflettendo la varietà del mondo multipolare in un viaggio fantastico che invita ad unirsi mediante la diplomazia culturale e il consolidamento dei legami multipolari del mondo contemporaneo.