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Generale Leonardo Tricarico punta il dito contro “il Regno Unito“

Roma- Chiara Cavalieri

 

Osservatore attento delle dinamiche geopolitiche nel teatro africano e mediorientale, ië generale Leonardo Tricarico punta il dito contro “il Regno Unito e quelle manine che muovono i fili per alzare la tensione tra Roma e il Cairo”.

”L’università di Cambridge che ha mandato al Cairo un giovane ricercatore come Giulio senza chiarire confini e rischi del suo mandato. Tutta la parte della storia relativa a Cambridge, ai professori, all’incarico di Giulio è ancora molto opaca. E questo non aiuta a trovare la verità”.

Nel 2016, pochi mesi dopo la tragedia di Regeni , l’università di Cambridge ha provato ad ingaggiare un altro studente italiano e a mandarlo al Cairo per svolgere inchieste analoghe a quelle di cui si occupava Giulio (i modelli organizzativi dei sindacati, Perché? Qual è il vero obiettivo?

Il ricercatore ha messo alcune condizioni alla sua partenza, cose del tipo ‘vado solo se le autorità egiziane sono informate della mia presenza e del mio ruolo’. Cambridge ha lasciato perdere”.

E’necessario capire e sapere chi c’è dietro questi incarichi, cosa si muove. Questo è un aspetto totalmente trascurato in quel gigantesco buco nero che è il sequestro, le torture e poi il ritrovamento del cadavere dello studente friulano. Occorre indagare in questa direzione. Anche gli stessi genitori che vogliono verità e giustizia devono andare a guardare qui.

L’interesse nazionale italiano consiste nel fatto che l’Egitto è un paese-cerniera che può giocare un ruolo decisivo su molti dossier. L’Egitto è tra i più ascoltati dal generale Haftar, il padrone della Cirenaica, verso il quale ha potere di indirizzo e di supporto, non solo moral suasion nelle decisioni più importanti ma anche capacità militare. Non c’è dubbio quindi che se l’Italia è la prima vittima dello sbando della Libia, il processo di stabilizzazione di quell’area passa soprattutto da Haftar. Poi, come tutti sanno, l’Eni ha grossi interessi nell’area. E anche un centinaio di altre aziende italiane

E poi Israele, Sudan…, tutte frontiere e stati che hanno, per motivi diversi, assoluta importanza”.

L’ ipotesi che l’omicidio Regeni sia stata un’operazione tesa a danneggiare i rapporti tra Roma e il Cairo,e’ più di un sospetto .
Prova ulteriore del tentativo di rovinare I rapporti tra Italia ed Egitto , è il fatto che il cadavere del ricercatore fu fatto ritrovare (il 3 febbraio 2016, sul ciglio della strada tra il Cairo e Alessandria, una settimana dopo la scomparsa, mentre l’allora ambasciatore Massari era in sede per un ricevimento con l’allora ministro Guidi e una sessantina di imprenditori italiani.

Controverso anche il ruolo delle tutor.
In primis, il ruolo della tutor di Regeni a Cambridge, Maha Abdel Rahman, controverso personaggio già indicato come vicino ai Fratelli Musulmani. Ci vollero ben tre rogatorie prima che il Pm Colaiocco riuscisse a interrogare la donna che aveva addirittura “dimenticato” l’incontro al Cairo con Regeni poche settimane prima della sua morte, quando il ricercatore le avrebbe consegnato dei report, fatto negato dalla docente. Curiosamente però, in una mail di diversi giorni dopo, la Abdel Rahman si congratulava con il ricercatore per l’ottimo lavoro svolto. Una ricerca, quella sui sindacati autonomi degli ambulanti (spesso in contrasto con il governo), che alla docente interessava molto, al punto che diverse fonti hanno confermato come la tutor avesse insistito affinché Regeni si occupasse proprio di questo; come del resto confidato dallo stesso Regeni alla madre in una chat di Skype del 26 ottobre 2015. La docente aveva però successivamente dichiarato ai magistrati che la scelta era stata di Regeni.

L’ altro personaggio chiave è Anne Alexander, sodale e mentore della tutor di Regeni, e soprattutto strenua oppositrice del regime di Al Sisi e filo Fratelli musulmani, gruppo fuorilegge in Egitto.
Alexander non solo aveva incontrato Giulio prima della partenza per il Cairo, ma gli ha pure fornito dei contatti per la ricerca, che lo porterà alla morte. E ancora più grave non ha avuto problemi, il 5 novembre 2015, a tenere un agguerrito comizio a Londra definendo Al Sisi, che doveva visitare la capitale inglese “un assassino (is a killer)” e dittatore pazzo”. I manifestanti sono esplosi, come si vede su un video postato su YouTube (che pubblichiamo integralmente dal sito del Giornale), sventolando le bandiere gialle con la mano nera dei Fratelli musulmani.

Il ricercatore è stato sicuramente mandato allo sbaraglio da Cambridge, ma forse c’è di peggio. Giulio potrebbe essere stato utilizzato, a sua insaputa, come una pedina di un gioco più grande di lui e della sua tutor. Gli inglesi della British Petroleum puntavano al grande contratto del giacimento egiziano di gas off shore di Zohr conquistato dall’italiana Eni.

 

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